La storia di Babbo Natale
Le radici della storia di Babbo Natale non vanno cercate nella lontana Lapponia, bensì nella mediterranea Myra, nella Turchia del IV secolo d.C. Qui viveva un vescovo di nome Nicola, la cui fama di uomo santo divenne così diffusa che, secoli dopo, si narravano storie miracolose su di lui.
Il rapporto con i bambini
La particolare affinità di San Nicola con i bambini ha origine da una storia medievale macabra, simile a una fiaba dei fratelli Grimm. In breve, tre giovani ospitati in una locanda vengono uccisi e messi in salamoia dall’oste e sua moglie. Dopo il massacro, San Nicola, chiedendo un piatto di carne, li trova vivi e vegeti nella salamoia.
Questo racconto circolava principalmente nelle scuole ecclesiastiche, celebrando la Festa degli innocenti il 28 dicembre, una versione cristianizzata dei Saturnali romani. Durante questa festa, gli studenti eleggevano il “vescovello”, una sorta di dio Saturno, che distribuiva doni. Dal XIII secolo, il 6 dicembre divenne il giorno in cui i “vescovi Nicola” presiedevano le celebrazioni, con la tradizione che raggiungeva l’apice nel XVI secolo, persistendo in alcuni luoghi fino al XIX secolo.
Babbo Natale e la Coca-Cola
La storia di Babbo Natale e la sua trasformazione da venerato vescovo turco a icona della cultura popolare deve molto a una fonte piuttosto inaspettata: la Coca-Cola.
Tutto ebbe inizio quando Archie Lee, un pubblicitario pragmatico della Coca-Cola negli anni ’20, si trovò di fronte a una sfida. La bevanda di John Pemberton era incredibilmente popolare, ma il Dipartimento di Chimica degli Stati Uniti la riteneva dannosa per i bambini. Nonostante la Coca-Cola avesse vinto un processo dimostrando la sua innocuità, fu vietato di pubblicizzarla insieme ai bambini, mettendo così in pericolo l’immagine del marchio.
L’astuto Archie Lee decise di affidare la missione di riscatto a Haddon Sundblom, un abile disegnatore. L’obiettivo era creare manifesti in cui comparessero bambini e Coca-Cola, ma mantenendo una distanza formale. E chi meglio di Babbo Natale poteva incarnare il perfetto mediatore tra il marchio e i più piccoli? Così, grazie a un geniale escamotage di marketing, la figura di Babbo Natale divenne la chiave di volta per risolvere il dilemma della Coca-Cola.
La filastrocca di Clement Clark Moore, che ritraeva San Nicola vestito di pelliccia mentre portava doni nella vigilia di Natale, fu il trampolino di lancio. Sundblom reinterpretò magistralmente questa immagine, dando vita a un Babbo Natale caloroso, panciuto e gioioso. I manifesti della Coca-Cola, a partire dal 1931, rappresentavano un Babbo Natale amichevole che sorseggiava la bevanda zuccherata mentre distribuiva gioia e regali. Il connubio tra la magia del Natale e la Coca-Cola divenne un classico intramontabile.
Da quel momento, la figura di Babbo Natale si è incanalata direttamente nell’immaginario collettivo, attraversando le generazioni e i confini culturali. La sua immagine, plasmata dall’abilità pubblicitaria della Coca-Cola, è diventata una presenza annuale imprescindibile durante le festività natalizie.
Così, dalla Turchia del IV secolo alla sala delle riunioni della Coca-Cola nel XX secolo, Babbo Natale ha compiuto un viaggio straordinario, diventando un’icona intramontabile del Natale.