AI e digital marketing
L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando velocemente l’industria del marketing digitale, portando nuove opportunità e sfide per i chief marketing officer (CMO).
Questa tecnologia sta trasformando il modo in cui le aziende interagiscono con i consumatori, ottimizzando le strategie di marketing e migliorando i risultati delle campagne.
Vantaggi
L’AI può migliorare il coinvolgimento dei clienti e ottimizzare la personalizzazione delle offerte. Grazie all’elaborazione dei dati in tempo reale, l’IA consente ai marketer di raccogliere informazioni dettagliate sui consumatori, inclusi le loro preferenze, il comportamento d’acquisto e le interazioni passate.
Questi dati possono essere utilizzati per creare esperienze personalizzate e pertinenti per ogni individuo, aumentando l’efficacia delle campagne di marketing e la soddisfazione dei clienti.
Le tecnologie basate sull’IA come il machine learning e l’analisi predittiva permettono di individuare modelli nascosti nei dati e anticipare le esigenze dei clienti. Ciò consente ai marketer di adattare le loro strategie in modo più preciso e rapido, offrendo offerte personalizzate che rispondono alle specifiche esigenze di ogni cliente.
Inoltre, l’AI può automatizzare alcune attività di marketing, consentendo ai professionisti di concentrarsi su compiti importanti.
Svantaggi
Una delle principali preoccupazioni riguarda la privacy. Nella raccolta e nell’elaborazione di grandi quantità di dati personali, è importante garantire la sicurezza e la privacy dei consumatori.
Inoltre, l’AI potrebbe portare a una maggiore dipendenza dalle macchine, rischiando di perdere l’elemento umano nel processo decisionale.
Pertanto, è importante trovare un equilibrio tra l’automazione tramite l’AI e l’intervento umano per ottenere risultati ottimali.
Qualche riflessione
A mio modesto parere andrebbe trattata l’intelligenza artificiale come si dovrebbe trattare qualsiasi nuovo ritrovato della tecnica.
Piano piano.
Nessuno sa, ad oggi (o davvero pochi sanno) quali sviluppi potrà avere questa tecnologia e se l’AI, nel lungo periodo, avrà ripercussioni non trascurabili sulla definizione che abbiamo di identità, di essere e di vita.
Raggiunto un certo grado di complessità, quando il Test di Touring verrà passato a pieni voti, che fine farà l’identità, chi potrà avanzare diritti e chi no?
Chi sarà di noi a dire al primo Robot abbastanza complesso e intelligente da poter provare la felicità, e da poterla perseguire in autonomia, che non può, che non è un suo diritto?
Questi problemi sono all’orizzonte, ma ancora non ci appartengono.
Qualche spunto per utilizzare al meglio l’AI
Accantonando per un attimo dilemmi di natura ontologica e limitandoci all’ambito produttivo e professionale, quello che mi sento di dire oggi è che bisognerebbe applicare un principio di addizione, piuttosto che uno di sottrazione, all’utilizzo dell’AI.
Quando, nel lavoro di tutti i giorni di una qualsiasi realtà professionale che si confronta con il marketing digitale, si tratta di utilizzare l’AI per ridurre il carico di lavoro a scapito della qualità, si sta sbagliando.
Dobbiamo usare L’AI come un’arma, un plus, non come un assistente svogliato e un po’ rigido.
Tutto ciò che riguarda il lavoro sui data, quello è il dominio dell’AI.
Abdichiamo: ci mettiamo un quarto d’ora per fare 13 x 17.
Dati, calcoli, misurazioni, previsioni, modelli… chi ad oggi non si sta adoperando anche solo per capire come l’AI possa potenziare tutto questo probabilmente ha la clava in mano e purtroppo il crudele mondo del marketing non è rinomato per essere clemente con chi si dimostra refrattario al cambiamento.
Tuttavia, abbiamo ancora tempo per descrivere prodotti in modo simpatico, per scrivere articoli che dicano qualcosa, sia pure qualcosa di sbagliato.
Evviva l’errore.
L’errore è nemico dell’ovvio del banale, è ciò che ci rende umani e che forse un giorno renderà umano anche chi non è nato, ma è stato assemblato.
Poco importa: chi sbaglia è amico mio.
E se chi sbaglia è umano allora ben vengano altri erranti.
Per concludere, voglio farvi un esempio e rivelarvi che la prima parte di questo articolo è stata scritta dall’AI.
Quanti di voi sono stati pervasi da un grande senso di grazie al ca**o durante la lettura delle prime 22 righe?
Ecco, appunto.
L’articolo, come previsto dall’intelligenza artificiale, avrebbe dovuto avere questa conclusione:
Per affrontare queste sfide, i chief marketing officer devono sviluppare una comprensione approfondita dell’AI e delle sue applicazioni nel contesto del marketing.
… Grazie al ca**o!